7 nov 2011

IL QUATTROCENTO

da completare)

Il periodo del Rinascimento fu l’epoca più bella per l’arte italiana. Fu così chamato dal ravvivarsi dello spirito e della cultura classica; esso abbraccia due periodi: il 400, fase iniziale, da molti chiamato 1° Rinascimento, e quasi tutto il ‘500, fase conclusiva, detto anche 2° rinascimento.
Ognuno di questi periodi ha caratteri propri, pur avendo in comune l’ispirazione classica.
Alla base di questa rinascita, si trovano vari elementi: il ritrovamento dei testi greci e latini, che portò a una migliore conoscenza e all’amore dell’Antichità; le invenzioni della stampa e dell’incisione che favorirono lo studio e la diffusione delle varie opere d’arte; il nuovo senso di una vita più serena e il rinnovato amore per la cultura e per la bellezza; il mecenatismo dei Visconti e degli Sforza a Milano, dei Medici a Firenze, dei Papi a Roma, degli Estensi a Ferrare, degli Aragonesi a Napoli.
Questo movimento artistico non sorse improvviso, ma ebbe forme precorritrici; l’arte classica non era mai stata abbandonata: il romanico di firenze e l’opposizione agli spiriti gotici e al verticalismo nordico e una predilezione per la chiarezza e la semplicità.
Nel Rinascimento gli artisti escono dall’anonimo e manifestano la loro personalità.
CARATTERISTICHE GENERALI DELL’ARCHITETTURA DEL 400
Sorse, fra gli artisti del ‘400, l’uso di recarsi a Roma a studiare le opere antiche che gli scavi riportavano alla luce. Questo studio non tolse nulla all’originalità degli architetti: dal passato essi presero lo spirito, l’armonia, il ritmo, l’equilibrio, ritrovando se stessi in quelle forme antiche, e dando delle opere del passato, nuove, libere interpretazioni. Basta confrontare le opere del Brunelleschi, così snelle e leggere, con quelle grandiose e massicce romane, per vedere l’originalità dell’arte di questo periodo; infatti non Roma, dove fervevano le opere di scavo, ma Firenze tenne il primato artistico. Gli artisti presero dall’arte antica più che le proporzioni, i particolari architettonici (trabeazioni, capitelli, basi) e i motivi decorativi (mensole, festoni, ghirlande, ecc); nel secolo seguente ci si attenne più fedelmente alle proporzioni antiche. La snellezza che ritroviamo in molte opere è un’eredità dell’arte gotica. L’architettura del 400 si può definire disegnata, mentre modellata sarà quella del 500.
ORDINI ARCHITETTONICI
Col rinascere delle forme classiche, dopo circa un millennio, si riprende l’uso degli ordini romani interpretandoli liberamente. Molto usati sono il corinzio e il composito perché più ricchi e perché di questi stili era la maggior parte dei monumenti che si andava scoprendo; poco usati gli altri: toscano, dorico e ionico.
Essendo un periodo di ricerche, gli ordini hanno un carattere di transizione e mancano di proporzioni costanti; le colonne a volte sono alte e snelle, a volte più basse e massicce. Solo nel 500 i trattatisti, ormai com0pletamente padroni delle forme antiche si avvicineranno di più agli ordini romani e fisseranno proporzioni e forme costanti riferendosi ad una unità di misura detta modulo.
Le modanature usate nel 400 sono simili a quelle romane della decadenza. La decorazione è molto ricca e abbondante, ma trattata con maggiore finezza che nell’antico e meno rilevata; il listello non è mai decorato. Il tondino ha perle talora uguali o variamente alternate. Il toro è generalmente ornato con trecce o liscio.
ORDINE CORINZIO Fonte massima d’ispirazione fu il corinzio del Pantheon. Ricchissima di decorazione è la trabeazione, il cui fregio è quasi sempre ornato di festoni, girali di acanto, iscrizioni, ecc. In complesso il corinzio è ingentilito. Nel capitello appaiono forme svariatissime. Il fusto è liscio o scanalato.
ORDINE COMPOSITO è il più usato, forse perché più ricco; si differenzia dal corinzio solo nel capitello, che è formato come in antico dalla sovrapposizione di quello ionico a quello corinzio, nella sua decorazione la fantasia degli artisti si sbizzarrisce. L’abaco è simile a quello romano e le volute sono spesso sostituite da cornucopie, delfini, teste di ariete e la parte mediana del capitello è ornata da palmette, scudi, trofei, vasi, putti che si alternano con foglie d’acanto; nastri svolazzanti e ghirlande completano talora la decorazione.
La colonna sormontata dall’arco è il motivo dominante del 400. Scompaiono completamente i pilastri a fascio del periodo gotico. Molto usate sono le lesene che corrispondono alle paraste romane e alle ante greche. Sono lisce o scanalate, più spesso decorate con bassorilievi; numerosissimi sono i capitelli pensili, terminanti in basso con una specie di mensoletta. Come già nei periodi di romanico e gotico si usa variare le decorazioni dei capitelli nello stesso edificio, cosa che mai fecero né i Greci né i Romani. L’arco a pieno centro ha completamente sostituito quello acuto.
CHIESE
L’attività edilizia si esplica nella costruzione di chiese e palazzi. Le chiese sono a pianta centrale o a croce latina, con tre navate divise da colonne e non più da pilastri come nel Romanico e Gotico. All’incrocio della nave centrale con il transetto si erge la cupola su base poligonale; generalmente è doppia con scala interna; tiranti e puntoni uniscono le due calotte; termina con una lanterna.
Le navate sono coperte a botte, a capriata o con soffitto a cassettoni. Scompaiono il deambulatorio e le cappelle raggianti; le pareti delle navate laterali sono adorne di monumenti sepolcrali e di altari riccamente decorati.
La facciata rivela l’altezza delle navate interne: la parte centrale più larga delle laterali, è più alta, termina con un frontone triangolare e si unisce a queste a mezzo di due grandi volute a S; questo motivo venne applicato per la prima volta da L.B.Alberti in Santa Maria Novella. I portali non hanno più la ricchezza e l’ampiezza di quelli gotici, né più sono strombati. Due sono i tipi principali: il più comune è quello classico a vano rettangolare, fiancheggiato da due lesene o da semicolonne addossate alla parete e sormontate da trabeazione; oppure sulle lesene o sulle colonne gira un arco a tutto sesto o ribassato che fa da cornice a una lunetta cieca adorna di una conchiglia o di una effige della Madonna. Lesene e trabeazioni sono generalmente decoratissime. Sul portale centrale vi è sovente il rosone, più piccolo e più semplice de quello gotico. Lesene e finestre completano la decorazione delle facciate. Totalmente scomparse sono le cuspidi, gli archi rampanti e tutta la decorazione gotica; semplice è il campanile che talora manca.
I battisteri si riducono a una cappella nell’interno della Chiesa vicino alla porta di ingresso.
PALAZZI
L’amore per la vita più comoda e fastosa e il maggior culto per la bellezza diedero impulso alla costruzione dei palazzi. Molti di essi ebbero ancora, se non l’aspetto di fortezze come nel Medioevo, un certo carattere di forza dovuto al rivestimento a bugnato, rustico al piano inferiore, sagomato ai piani superiori; al posto delle merlature vi sono cornicioni di tipo classico.
Due sono i tipi di palazzi: quello ideato dall’Alberti e attuato nel palazzo Rucellai, in cui si riprende il motivo romano degli ordini sovrapposti (Colosseo), con lesene invece di semicolonne. L’altro tipo di palazzo ha un grandioso cornicione e piccole cornici che dividono i vari piani in cui si aprono le finestre. In entrambi troviamo frequenti rivestimenti a bugnato.
I portali sono di forme svariate; generalmente a vano rettangolare, o semicircolare, fiancheggiati da lesene decorate sormontate da una ornatissima trabeazione. Altri sono anche a vano semicircolare, ma con bugnato a ventaglio.
Le finestre sono di vario tipo: a croce guelfa e cioè a vano rettangolare suddiviso con due sbarre che si incrociano; monofore con vano terminante in alto a semicerchio, con cornice o con stipiti bugnati e con arco pure bugnato a ventaglio; bifore divise da una colonnina sorreggente due archetti tondi, compresi in un arco maggiore a tutto sesto; a candelabra se invece della colonnina hanno un candelabro (certosa di Pavia); talora le bifore sono sormontate da una trabeazione sulla quale vi è un timpano triangolare o semicircolare.
Grande importanza assume nel 400 il cortile: oltre ad essere di grande utilità nell’edificio civile, offre l’occasione agli artisti per creare magnifici effetti architettonici. Ricorda il peristilio della casa romana; è quadrangolare, cinto da colonnati corinzi o compositi sormontati da archi; nel centro sorge spesso un pozzo o una fontanella. I soffitti sono generalmente a cassettoni di forma quadrata o poligonale nel cui centro è posto un rosone ornato.
FORME ARCHITETTONICHE MINORI
I monumenti sepolcrali sono numerosissimi e adornano le pareti delle chiese. La statua del defunto giace su di una lettiga sovrastante al sarcofago poggiante su zampe di leone raccordate con foglie d’acanto e decorato con iscrizioni o putti; il tutto posa su un basamento dal quale salgono lateralemte due lesene corinzie sormontate da trabeazione e talvolta da un arco tondo.
Il pulpito è per lo più di marmo; può essere isolato o addossato a un pilastro o al muro; è di forme svariatissime: a pianta rettangolare, circolare, poligonale; se sorge isolato può essere sorretto da colonne.