31 mag 2011

Avanguardie artistichedel XX secolo

INTRODUZIONE
Le avanguardie artistiche del XX secolo hanno come dato comune una forte posizione di rifiuto e
aperto contrasto, a volte non solo artistico, con le concezioni artistiche, filosofiche, scientifiche,
psicologiche e socio-economiche vigenti. Segnano dei punti forti di rottura in un secolo che viene
stravolto da due guerre mondiali e che vede modificarsi sostanzialmente il proprio tessuto sociale
e produttivo, dalla rivoluzione industriale al postfordismo, dalla società di classi alla società dei
consumi, dalla cultura elitaria alla società mediatica.
In questo breve excursus tra le correnti artistiche del ‘900, ho tentato di evidenziare quelle che
maggiormente si sono espresse in senso critico e che hanno portato alle attuali tendenze artistiche
nell’era delle tecnologie digitali.
ESPRESSIONISMO
L' Espressionismo (il primo impiego del termine appare su una rivista nel 1911) nasce e si diffonde
nei paesi di lingua tedesca tra il 1900 e il 1910, ma presto influenzerà, oltre che le arti figurative, la
letteratura, il teatro, il cinema e l' architettura in altre nazioni dell' Occidente europeo.
Per Espressionismo non si può intendere un vero e proprio progetto artistico
unitario e omogeneo, così come viene normalmente fatto quando si parla
delle avanguardie storiche del Novecento, dell' organizzazione cioè in gruppi
e movimenti suggellati da manifesti programmatici, ma piuttosto di un clima
culturale assai diffuso nei primi del ' 900, come tendenza rispecchiante il
panorama globale della ricerca espressiva del periodo, comprendente
molteplici esperienze e modi di essere.
Gauguin
L' espressionismo è caratterizzato dalla manifestazione diretta tramite il segno e il colore
dell' esperienza emozionale e spirituale della realtà e spesso del disagio interiore provocato dal
contrasto tra gli ideali umani e la reale condizione dell' uomo.
Nasce in risposta all' incrinarsi degli ideali umanitari e della crisi di valori con cui l' Europa
capitalistica si trova a dover fare i conti. L' instaurarsi di nuovi metodi di produzione industriale, con
la conseguente perdita dell' economia agricola e la stravolgente e forzata urbanizzazione, porta a
spaccature nell' ordine sociale ed agli inizi della "lotta di classe" nelle metropoli, mentre lo svuotarsi
del concetto di tradizione, sotto la spinta dell' incalzante modernismo, porta a
un senso di sradicamento dalle proprie origini che immediatamente si
ripercuote sul piano creativo, dove gli artisti e gli scrittori più sensibili
colgono nella crisi un' occasione per un mutamento dei mezzi di
espressione, al fine soprattutto di utilizzare i nuovi strumenti contro la stessa
società moderna.
Van Gogh
L’Espressionismo trova le sue premesse nei pittori dell’angoscia quali, Van Gogh, Munch, Ensor,
Gauguin, molti artisti tra i quali Picasso, Chagall, Klimt, Schiele, Kandiskij sviluppano nelle loro
opere tematiche legate all’espressionismo.
FUTURISMO
Filippo Tommaso Marinetti scrittore e teorico, dà vita al movimento futurista, al quale aderiscono
tra gli altri i pittori Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, Balla, Depero, l' architetto Sant' Elia, il
cineasta e fotografo Bragaglia.
Marinetti parte da istanze di rinnovamento di tipo letterario, pubblicando nel 1909 il
Manifesto del Futurismo su "Le Figaro": "... fondiamo oggi il Futurismo, perché
vogliamo liberare questo paese dalla fetida cancrena di professori, d' archeologi, di
ciceroni e d' antiquari". "I tempi evolvendosi impongono nuove realtà e rinnovati
mezzi tematici, formali e linguistici in grado di rappresentarne la quintessenza."
Marinetti
elaborato a cura di paola.ortenzi@rcm.inet.it
L'ideologia del movimento coinvolge tutti i piani dell'esperienza: dall'arte alla politica, dal costume
alla morale, basata su una fede nel primato della vita, della creatività e dell'azione, oltre la ragione
e i passati sistemi di pensiero, infatti il movimento nasce come violenta polemica contro il
tradizionalismo culturale, borghese e benpensante.
I manifesti vengono considerati i fondamentali mezzi di comunicazione privilegiati per la diffusione
di nuovi valori estetici e comportamentali al punto che dal 1909 al 1916 ne vengono resi pubblici
oltre cinquanta sui più disparati argomenti.
Il Manifesto Tecnico della Pittura Futurista enuncia: "... Il gesto, per noi, non sarà
più un momento fermato dal dinamismo universale: sarà, decisamente, la
sensazione dinamica esternata come tale. Tutto si muove, tutto corre, tutto volge
rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare
incessantemente"... "I pittori ci hanno sempre mostrato cose e persone poste
davanti a noi. Noi vorremmo lo spettatore nel centro del quadro". Il movimento, il
gesto e la parola entrano nell'opera non come realtà fissate in un attimo irripetibile
come nell'impressionismo, ma nel loro ripetersi, nella progressione del loro
divenire, costituendosi in un nuovo linguaggio dinamico e esplosivo.
Boccioni
Accanto alla poesia e alla pittura sono presenti opere di scultura (Boccioni e Balla), il rinnovamento
della nozione musicale con i Manifesti (1913-14) e la scrittura sonora di Pratella e Russolo e una
intensa attività teatrale improntata all’improvvisa invenzione scenica e al teatro dell’immagine.
Lo scoppio della prima guerra mondiale vede la poetica futurista impegnata nell'esaltazione della
lotta e nell'ideologia interventista, legate ad una precisa volontà di "rigenerare" il mondo secondo i
nuovi ritmi dettati dalla produzione industriale e i miti della macchina. Successivamente del
movimento fecero parte artisti coinvolti in prima persona nella politica culturale fascista come
Sironi o altri massimi rappresentanti del ritorno all'ordine propugnato da quel regime.
CUBISMO
Il Cubismo nasce a Parigi nel primo decennio del '900 a partire dalle innovazioni formali di Picasso
e Braque. È il critico Vauxcelles che, recensendo una serie di paesaggi di Braque, riprende
un’espressione di Matisse e parla della tendenza del pittore a ridurre tutto a cubi; il termine si
diffonde e finisce per indicare il nuovo movimento.
I precedenti culturali del Cubismo sono individuati nella ricostruzione della natura
e dello spazio per mezzo dei volumi da parte di Cezanne, e nella progressiva
ricerca di una rappresentazione, volta a rivelare visivamente l'essenza delle
cose con una forte tendenza all'astrazione dall'apparenza da parte dei
postimpressionisti; a questi fattori si può aggiungere il diffondersi della
conoscenza dell'essenzialità primitiva e svincolata dall'ambiente, così come si
ricava dallo studio dell'arte nera e la via aperta dagli impressionisti e dai fauves
nel processo di distruzione della prospettiva.
Braque
L'elemento caratterizzante del Cubismo è l'abbandono dell'unico punto di vista e della collocazione
statica delle cose nello spazio, a favore della scomposizione e della fusione di ogni punto di vista e
ogni piano del reale, l’unicità del punto di vista, i piani intermedi e di fondo vengono annullati in un
unico processo di scomposizione, l’intento non è più quello di esprimere l’oggetto
nella sua collocazione spaziale, ma quello di dare una simultaneità di visione a
tutti gli aspetti esprimibili.
Nella ricerca artistica si riflette il senso della relatività della conoscenza seguito
alla crisi del positivismo. È la molteplicità del punto di vista il punto focale a cui
giunge l'arte contemporanea a partire dall'opera di Cezanne: ogni persona non
Picasso
elaborato a cura di paola.ortenzi@rcm.inet.it
è mai ferma dinanzi agli oggetti della realtà, ma si muove nello spazio, creando una sintesi tra la
moltitudine di immagini che l'occhio gli fornisce; lo stesso sguardo non è mai immobile, ma in
continuo movimento: sposta in continuazione il suo raggio di azione per percepire e ricostruire,
attraverso vari tentativi, volumi, piani, superfici, cavità, ecc. è un'idea di quadro che va
modificandosi, nel tentativo di superare il grande limite dell'illusione di un mondo piatto, a due
dimensioni, per giungere a una rappresentazione delle cose nella loro interezza. L’esperienza di
moltiplicazione dei punti di vista dell'arte offre spezzoni di linguaggio nella letteratura (la prosa di
James Joyce e di Virginia Woolf), e in ambito musicale allarga le forme sonore consuete (Igor
Stravinsky).
In una prima fase il Cubismo si basa su un’elaborazione formale volta alla scomposizione dei piani
semplici, alla quale segue il Cubismo analitico in cui il reale non è solo visto da più prospettive, ma
si smembra con la scomposizione dei piani. Infine il Cubismo sintetico ricompone l'oggetto in una
nuova visione organizzata ormai senza relazione con le limitative leggi spazio-temporali della
tradizione.
Con l'esperienza cubista Picasso porta a compimento il discorso iniziato da Cezanne e, mentre
giunge a dichiarare apertamente la totale autonomia della rappresentazione rispetto al
rappresentato, che diviene un pretesto, un semplice punto di partenza del processo di
scomposizione dell'oggetto o punto di arrivo della sua ricostruzione attraverso i puri strumenti
formali del linguaggio dell'arte, mantiene sempre un ferreo rapporto con il contenuto e i valori
comunicativi dell'opera, che avrà l'apice in un dipinto come "Guernica" (1937).
ASTRATTISMO
L’astrattismo abbandona la riproduzione del reale per giungere alla più profonda
elaborazione formale del linguaggio visivo, allontanandosi da ogni riferimento al
mondo esterno e fondando le regole del proprio linguaggio su elementi interni alla
forma, capaci di giungere alla vera essenza delle cose, alla struttura più profonda
delle forze della natura.
Mondrian
L'Astrattismo parte dalle premesse teoriche e culturali del simbolismo, con la sua sintesi decorativa
e il valore espressivo dato alla forma e al colore, dalle deformazioni fauves e dalle scomposizioni
cubiste, sviluppandosi tra una direzione espressivo-simbolica, che presta massima attenzione agli
aspetti emotivo-psicologici del colore e al ritmo prodotto dai rapporti di forze in atto nel campo o
nella visione, e una matematico-razionale, tendente alla massima depurazione della forma,
individuata nella pura astrazione geometrica.
I principali esponenti dell'astrattismo come corrente d'avanguardia storica sono
Kandinskij, primo teorizzatore della tendenza e autore già nel 1910 del primo
acquerello in forma totalmente non oggettiva; Klee, che approfondì in senso
introspettivo e psicologico la costruzione dell'immagine attraverso la combinazione
di linee, segni, superfici colorate, ideogrammi; Mondrian, per il versante più
razionale e analitico.
Klee
METAFISICA
Nasce in Italia a opera di Giorgio de Chirico e Carlo Carrà, aderiscono poi Morandi,
Savinio e in parte de Pisis, Sironi, Casorati e altri.
Caratteristica della Metafisica è la massima importanza attribuita al sogno,
all'onirico, alla dimensione dell'interiorità dell'uomo. Si distingue dal Surrealismo
per l'aspetto più contemplativo, classico, legato a fattori fortemente culturali, con
precisi legami con la tradizione dell'arte. Elementi di vicinanza sono invece la
poetica dell'enigma, ossia del fenomeno non spiegabile con i soli mezzi della
De Chirico
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ragione e della scienza, l'accostamento imprevedibile e spiazzante di elementi totalmente estranei
e incongruenti tra loro come un manichino, un biscotto e una statua antica nel mezzo di una piazza
deserta attraversata da un treno, l'ammissione di leggi ultrafisiche della realtà che trascendono la
logica ordinaria. Abbandonando la rappresentazione mimetica del mondo esterno trova le sue
ragioni nella riflessione sulle specifictà della ricerca formale e della percezione visiva.
DADA
Il movimento culturale Dada nasce ufficialmente nel 1916 con la fondazione a Zurigo del Cabaret
Voltaire, luogo di incontro di artisti e intellettuali e di serate all'insegna della dissacrazione di ogni
forma e di ogni significato correnti. Il movimento rifiuta ogni valore e ogni
modello della cultura tradizionale, infatti tipico del gruppo è il rifiuto di ogni
atteggiamento razionalistico e l'attribuzione di valore estetico alla realtà
comune, all'oggetto di uso quotidiano, estratto dal suo abituale contesto e
assunto al rango di oggetto d'arte. Al rifiuto di ogni atteggiamento
razionalistico si accompagna la dissacrazione delle forme e dei significati. La
parola Dada viene trovata casualmente, forse sfogliando un dizionario
francese ("dada" è un'espressione spesso usata per giocattolo) e, proprio
perché, citando le parole di Tristan Tzara, estensore dei manifesti del
movimento, "Dada non significa nulla. Dada è un prodotto della bocca", è
usata per designare quello che sarà, più che un movimento artistico omogeneo, uno spirito e un
atteggiamento accomunante intellettuali di diversa estrazione nei confronti del fare e del pensare
l'arte.
L'espressione più significativa del movimento si trova nell'opera di Marcel Duchamp, Man Ray,
Kurt Schwitters, Francis Picabia e Max Ernst, che propongono attraverso il loro lavoro i cardini
fondamentali attorno ai quali ruota tutta la provocazione dada, primo fra tutti il sovvertimento e la
delegittimazione del linguaggio artistico convenzionale e tradizionale, con la conseguente
ridefinizione del rapporto tra gli oggetti e le parole atte a definirli, ma anche l'ironia nei confronti
delle regole e delle norme vigenti all'interno del sistema non solo artistico, nonché l'assunzione
della casualità e dell'inconscio quali principali forze propulsive della creazione artistica, aspetto
quest'ultimo che verrà sviluppato in seguito dal surrealismo.
Le opere dada adottano la combinazione di varie tecniche come il collage, l'assemblage, il
fotomontaggio e in genere le soluzioni derivanti da un uso innovativo della fotografia che vive nel
periodo dada un'intensa stagione creativa, con la presa di coscienza da parte degli artisti che tale
tecnica, non più solo strumento di riproduzione fedele della realtà, diviene un mezzo per
reinventarla e per materializzare efficacemente le intuizioni della mente attraverso l'uso di tecniche
quali, oltre a quelle già citate, la solarizzazione e la sovrimpressione.
In seguito divenute celeberrime e assunte a simbolo della contemporaneità sono la "Ruota di
bicicletta", lo "Scolabottiglie", l'"orinatoio" esposto con il titolo "Fontana", l'ampolla contenente aria
di Parigi. Al di là dell'intento provocatorio queste opere rappresentano il tentativo di attuare uno
spiazzamento nei rapporti tra un oggetto, il suo luogo e le sue funzioni, ricollocandolo all'interno di
un ambito in cui vigono altre regole, quelle estetiche, a loro volta sovvertite dall'ingresso di tali
oggetti nella loro sfera di competenza.
SURREALISMO
Nasce in Francia negli anni Venti, definito nelle sue linee programmatiche dallo scrittore André
Breton nel "Primo manifesto surrealista" del 1924 nel quale si afferma la volontà di saldare la realtà
storica con quella onirica, allo scopo di liberare tutte le potenzialità espressive della natura umana.
elaborato a cura di paola.ortenzi@rcm.inet.it
I surrealisti tentano la rielaborazione in chiave creativa del pensiero
psicoanalitico, determinante per gli sviluppi delle loro opere e della teoria del
movimento. La psicoanalisi, nel suo compito di liberazione e svelamento delle
forze dell'inconscio, dei tabù e delle costrizioni che la coscienza troppo rigida
impone alla personalità soprattutto nella sfera sessuale, dà l'impulso principale al
progetto surrealista di rifondazione dei veri aspetti dell'esistenza umana, proprio
a partire da un atto di liberazione da qualunque consapevolezza razionale e
culturale che non permetta il libero accesso e l'immediata trasposizione della
fantasia sulla mano che guida il realizzarsi dell'opera d'arte.
Max Ernst
La poetica surrealista si rivolge all'inconscio, ma ha come obiettivo ultimo un cambiamento della
coscienza e della società. Conseguente a ciò è l'impegno dei surrealisti nella politica, la loro
iscrizione alla Terza Internazionale Socialista, il nome significativo dato alla loro rivista "Révolution
surrealiste", poi divenuto "Le surrealisme au service de la révolution".
Le pratiche dada hanno una diretta influenza su quelle surrealiste della scrittura automatica e della
creazione affidata alla provocazione del caso. I surrealisti infatti inizialmente tentano di assumere a
metodo il concetto di automatismo psichico; ciò avviene soprattutto attraverso prove di "scrittura
automatica" con la quale si intende l'operare dell'artista che procede secondo un'immediata
corrispondenza tra inconscio e azione pittorica.
Rappresentanti maggiori del movimento sono, oltre al teorico del gruppo Breton, Ernst, Masson,
Magritte, Delvaux, Mirò e Dalì. Periodi, influenze o esiti del surrealismo si hanno anche in Picasso,
Arp, Klee, Man Ray, Moore.
INFORMALE
È una tendenza artistica che si afferma in Europa, America e Giappone agli inizi degli anni ’50.
Assume più il carattere di una tendenza artistica, che di una vera e propria corrente, ed è
espressione del clima di sfiducia nei valori conoscitivi razionali scaturito dalla seconda guerra
mondiale.
Si riallaccia all’impressionismo (al punto di venir anche definito impressionismo astratto),
all’esperienza dadaista per ciò che riguarda il rifiuto della cultura, al surrealismo per gli aspetti di
liberazione e valorizzazione dell’inconscio, e all’espressionismo per la violenza diretta delle
immagini come espressione diretta del profondo.
Dal rifiuto della ragione, che si traduce sul piano artistico nel rifiuto della forma, sia figurativa sia
non figurativa, emerge la coincidenza dell’atto creativo con l’agire e con l’essere. Le forme
espressive vengono investite dalla più profonda crisi che investe questo periodo storico, la linea, il
colore, la figura perdono di significatività in favore dell’esplorazione delle possibilità espressive
della materia che l’artista manipola e trasforma in opera d’arte.
Le opere sono costituite con colori usati spesso sotto forma di pasta, scagliati sulle tele, ma anche
su altre superfici, utilizzati a macchie, con sacchi di juta, legni bruciati.
Alla ricerca sulla materia si affianca quella sul segno non più utilizzato per costituire e
rappresentare forme e immagini, ma completamente sprovvisto di significato.
È la rappresentazione del mondo distrutto, del crollo dei valori, della demolizione fisica, sociale e
psicologica post bellica che emerge dalle opere degli artisti informali.
elaborato a cura di paola.ortenzi@rcm.inet.it
I principali esponenti della tendenza Informale sono: Fautrier, Tapies, Dubuffet, Burri, Wols,
Hartung, Michaux, Mathieu, Soulages, Vedova, Afro, Birolli, e in Giappone il gruppo Gutaj.
POP ART
La Pop Art ha le sue origini nel dibattito avviato in Inghilterra nei primi anni '50 sulla
comunicazione di massa e sulle immagini a essa collegate. Il termine deriva
dall'abbreviazione di "popular art" di cui una prima definizione dà l'artista inglese
Richard Hamilton nel 1957 riferendosi alla "popular imagery", l'insieme delle immagini
di grande consumo nella società industriale.
Warhol
Si basa sull'uso di una iconografia fortemente derivata dalla realtà e soprattutto dall'immaginario
popolare urbano contemporaneo, dalla società dei consumi e della comunicazione di massa.
Scrive nel 1965 Roy Lichtenstein: "Da Cezanne l'arte è diventata
estremamente romantica e irrealistica, si è nutrita di arte, si è trasformata in
una utopia. Ha avuto sempre meno a che fare con il mondo, guarda al di
dentro... Fuori c'è il mondo. L'arte Pop guarda fuori, al mondo; mostra di
accettare il suo ambiente, il che non è bene né male, ma soltanto segno di
un atteggiamento diverso".
JasperJohns
L'artista pop decide che nel suo lavoro è prioritaria la coincidenza tra arte e vita e, rompendo ogni
barriera tra l'ambito artistico e la subcultura, diffusasi attraverso il linguaggio dei media, la eleva
conferendole dignità estetica. Questo atto è compiuto non per assumere posizione critica o di
contestazione, ma accettando la realtà del sistema. Il livellamento culturale e ideologico prodotto
dai massmedia che propongono immagini facilmente comprensibili da tutti non viene contestato,
ma anzi accettato, ribadito e messo in risalto.
La Pop Art ha un rapporto complesso, a volte ambiguo, con la realtà sociale contemporanea, ma
ha avuto un effetto notevole nel pubblico e ha facilitato l'accettazione di forme d'arte non legate
alla tradizione, ma più vicine alla capacità di assorbimento culturale delle masse di quanto non lo
siano state le contemporanee esperienze astratte, visuali e ambientali.
Paradossalmente, la pop art appare come la più grande apologia del sistema dei consumi, che si
propone però di smascherare e demitizzare attraverso un'operazione ironico-dissacratoria. Il
carattere apparentemente apologetico si manifesta nella presentazione di tutti gli oggetti di più
largo consumo e di più banale uso, in primo luogo il cibo confezionato, nel loro aspetto più
rigogliosamente appariscente e allettante, così come fanno i manifesti pubblicitari, di cui il pop
riprende, denudandoli, i meccanismi di presa sugli automatismi inconsci del pubblico medio.
ARTE CONCETTUALE
Movimento sviluppatosi a partire dalla metà degli anni '60 a livello internazionale, basato su una
concezione dell'arte che rifiuta di identificare il lavoro dell'artista con la produzione di un qualsiasi
oggetto di più o meno rilevante qualità estetica e ritiene che l'essenza dell'arte consista invece
nell'idea, nel concetto che precede e conforma l'opera.
Le premesse di queste esperienze sono portate alle estreme conseguenze dall'arte concettuale
degli anni '60 e '70: il percorso dell'idea, la riflessione teorica e filosofica, la precisazione e
presentazione del processo di formazione del pensiero, l'azione linguistica, vengono posti in primo
piano rispetto al risultato materiale di tale azione che viene considerato come pura
esemplificazione fisica del linguaggio.
Gli anni '60 e parte degli anni '70 sono animati da una forte istanza di rinnovamento politico e
morale che parallelamente al movimento studentesco e operaio prende anche il settore delle arti.
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L'opposizione al sistema è l'atteggiamento corrente e la ricerca spontanea di soluzioni alternative
si manifesta in più direzioni prevalentemente nel segno della libertà e della sperimentazione del
nuovo, svincolata da qualsiasi ancoraggio a principi precostituiti di autorità culturale o etica. La
ricerca è condotta a rifondare la comprensione della realtà partendo dalla demistificazione di tutte
le pratiche rappresentative e dando campo libero al pensiero per indagare l'essenza delle cose e
delle relazioni tra esse.
La coerenza e il rigore di tale atteggiamento porta alla presa di distanza dai tradizionali mezzi
espressivi dell'arte, pittura e scultura.
L'impostazione teorica del concettualismo coinvolge anche la condizione operativa dell'artista in
quanto elemento di un contesto sociale. Il suo impegno si articola così da una parte in un riesame
completo della natura dell'arte al di là dell'apparenza dei suoi prodotti e dall'altra in un
comportamento di chiara opposizione nei confronti del sistema. Questi due aspetti del suo operare
sono inoltre inscindibili l'uno dall'altro.
All’interno dell’arte concettuale si sviluppano diverse tendenze:
L'Arte povera, così chiamata per i materiali usati, spesso elementi naturali o
tratti dal vissuto quotidiano, ha una poetica essenzialmente concettuale per la
predilezione dell'idea e dell'azione rispetto all'oggetto rappresentativo; la
Performance e la Body Art che esaltano il corpo come opera d'arte fino
all’atteggiamento sadomasochistico, derivato dalla volontà di agire sul corpo
stabilendo nel contempo una reazione interattiva con il pubblico; la Land Art che
attua interventi, spesso su grande scala, sulla natura.
Magritte
CYBER ART
L'opera d'arte è entrata in una fase in cui la riproducibilità tecnica offerta dalle nuove tecnologie va
progressivamente trasformando quella che spesso era una manifestazione circoscritta a un
numero limitato di fruitori in un fenomeno di massa, la cui diffusione sta mutando radicalmente il
tradizionale rapporto tra l'artista e il suo pubblico.
Si tratta, peraltro, solo dell'ultimo stadio di un processo di estetizzazione della vita quotidiana che
ha radici ben più antiche del connubbio tra cyberarte/tecnologia digitale e raccoglie, come in
passato, dubbi e perplessità legate al processo di mercificazione e banalizzazione che può
determinare.
La prima e più evidente novità è costituita dal superamento delle barriere all'accesso di massa
all'opera d'arte. La rete telematica porta il lavoro dell'artista anche fin dove non sarebbe mai
arrivato prima, in una sorta di un museo virtuale con milioni di visitatori potenziali in grado di
connettersi in tempo reale a costi estremamente contenuti. È l'abbattimento dei vincoli spaziotemporali,
la realizzazione di un desiderio di ubiquità che permette all'artista di collocare l'opera
all'interno di una rete potenzialmente infinita di collegamenti e di inserirla, quindi, in un contesto più
ampio e dinamico di rimandi a informazioni, progetti e opere parallele, scambi collaborativi
all'interno del cyberspazio.
L'opera d'arte nella rete resta perciò costantemente aperta, perpetuamente in movimento con una
paternità che non è più individuale ma collettiva. La rilevanza di questo fenomeno è tale da
proporre una prospettiva di positività e fiducia, in vista di un futuro che inevitabilmente vedrà una
relazione sempre più stretta tra arte e tecnologia nella convinzione che nel cyberspazio l'arte
stessa possa trovare un orizzonte di crescita e rinnovamento dal quale attingere linfa vitale.
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La realtà virtuale probabilmente costituisce, nell'ambito dei linguaggi multimediali, la forma più
evoluta di arte digitale. La possibilità di simulare ambienti indistinguibili dal reale, di manipolare
oggetti fittizi, di operare in maniera senso-motoria all'interno di una realtà digitale riporta, al
contrario della rappresentazione bidimensionale, i sensi e il corpo al centro dell'esperienza
estetica.
Bibliografia e sitografia
AA. VV."La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti", Garzanti 1997
Giulio Carlo Argan, “L’arte moderna”, RCS Sansoni 1990
www.centroarte.com
http://www.glocal.org/1999/001/cyber.htm

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