25 apr 2011

MUNCH : IL BACIO - Commento




Ne Il bacio di Edvard Munch, ci sono due figure alla destra del quadro, che si baciano all’interno di un locale, vicine ad una finestra da cui si coglie una via con vetrine illuminate e pochi passanti.
L’uomo del quale si individua un profilo sintetico e l’orecchio, è in abito blu e, dalla giacca fuoriesce una parte del colletto bianco della camicia, egli è rappresentato di profilo con il braccio destro in avanti a rubare un abbraccio; delle gambe si vede solo la parte superiore.
La donna , della quale , non si vede il volto, è rappresentata in posizione frontale, ma con il busto lateralmente tutto proteso verso il corpo dell’uomo; si distingue solo una parte del collo lasciato scoperto da un abito nero e scollato.
La coppia è accanto alla finestra che ha una tenda bianca sporcata dai colori freddi dell’ atmosfera.
L’ambiente interno in generale risulta spoglio e scuro.
Dai vetri della finestra, divisa in quattro sezioni, si vede una via con vetrine illuminate.
Si distinguono quattro passanti e un grande cipresso .
In basso a sinistra è collocata la firma di Munch.
I colori di tutta la composizione sono scuri, azzurri, blu e neri e le tonalità sono fredde.
Qui l’amore è primitivo e insopprimibile e la voglia di annullarsi uno nell’altro viene ancora una volta letta come espressione di morte.
In questo dipinto c’è la tematica del rapporto e dell’attrazione tra uomo e donna, secondo il suo modulo della poetica dell’angoscia.
I colori sono violenti ed irreali, usati secondo la filosofia dei colori complementari, le immagini deformate, le linee sinuose, e tutt‘insieme esprimono la sua angoscia, il suo tormento, ( che poi corrisponde al peso incombente della morte).
La donna è per Munch qualcosa di diabolico, finto.
Egli non riesce a vivere l’ amore come qualcosa di vero e positivo, da qui la trasposizione sui colori violenti e sulle rappresentazioni delle donne in generale, che mostrano la sua paura, la sfiducia verso il mondo affettivo.
Munch non cessa mai di sentirsi colpevole e perseguitato dai propri spettri.
E nei suoi quadri non farà altro che, riscrivere la sua vita: un’autobiografia dell’anima per immagini, o meglio le catastrofi dell’Io, intenso e, provocante nei mezzi.
Chi guarda sbatte contro l’ansia e vi riconosce la propria.
Edvard Munch è colui che ha saputo dare volto alla psiche moderna della vita.
E’ impossibile trovare l’amore, in questo bacio, difficile trovare un sentimento di tenerezza o complicità in questa coppia misteriosa, dove i volti sono nascosti nell’ombra di un abbraccio tormentato, i corpi avvolti su sé stessi, avvinghiati in una lotta, prede di una passione struggente ed irripetibile, e decentrata.

Il rapporto tra uomo e donna come tensione bipolare tra desiderio di amore e paura di amare.
Il dipinto, un olio su tela (73 x 92 cm) del 1892, oggi custodito a Oslo, al Nasjonalmuseet for Kunst, fa parte, come il celebre "Il grido",di un grande ciclo pittorico, "Il fregio della vita" (1893-1918), un gruppo di opere centrate sul tema del ciclo vita, morte e amore ("Il grido", "Il bacio", "Gli occhi negli occhi", "Vampiro", "Danza della vita"), all'interno del quale compare una tematica più volte ripresa da Munch, quella del rapporto e dell'attrazione tra uomo e donna, interpretata secondo il modulo della sua personale poetica dell'angoscia.
Difficile trovare l'amore, in questo bacio, come del resto in altri 'baci' più volte riproposti dall'artista con variazioni anche nella tecnica utilizzata (olio, matita, acquaforte, xilografia, puntasecca), difficile trovare un sentimento di tenerezza o complicità in questa coppia misteriosa, dove i volti sono nascosti nell'ombra di un abbraccio sensuale ma non gioioso, i corpi avvolti su sè stessi, indistinguibili l'uno dall'altro, avvinghiati in quella che pare più una lotta che un contatto amoroso, in preda ad una passione struggente e malinconica.
Le due figure, tema dominante dell'opera, sono nettamente decentrate, contro ogni canone compositivo tradizionale, letteralmente sospinte verso il margine destro del quadro, ad accentuare un senso di furtività che tutto l'insieme sottolinea ed esaspera: l'ambiente non è certo un contesto romantico, è un locale modesto e disadorno, quasi che l'incontro sia casuale o clandestino, oltre i vetri della finestra si intravvede una via come tante, con vetrine illuminate, qualche passante, probabilmente l'ora tende alla sera, i colori sono piuttosto scuri, le tonalità fredde, tipicamente nordiche, dietro la tenda biancastra le forme indistinte delle due figure avvinte sfumano dal blu al nero verso una zona d'ombra assoluta che si perde oltre il limite della tela.
La perdita di identità che consegue all'impossibilità di distinguere separatamente le due figure strettamente abbracciate esprime sia l'essenza dell'amore, la con-fusione di due corpi, oltre che di due anime, sia il turbamento dei sensi, vissuto come una minacciosa possibilità di perdizione, in senso morale ma anche letterale.
Il rapporto tra uomo e donna si configura così come una tensione bipolare tra desiderio di amore e paura di amare, un rapporto ambiguo espresso dalla fusione fisica tra i due protagonisti non già sull'onda di uno slancio passionale, ma di un reciproco tentativo di annullamento ed assimiliazione (o dissoluzione): solo così Munch può trasferire in un tema ad alto contenuto emotivo, che presuppone uno stretto rapporto interpersonale a lui sempre negato, il doloroso senso di solitudine non solo psicologica o metaforica, ma tragicamente reale in un vissuto personale drammatico e traumatizzante.
Abbandonata la sinuosa eleganza della linea dell'Art Nouveau, che ritroviamo soprattutto nelle numerose acqueforti, Munch adotta un segno sommario e quasi frettoloso, sia per l'ambiente che per le figure, sotto una forte spinta espressionista che preme verso un impellente desiderio di esprimersi, con ansia, con furia, senza il filtro dell'analisi e della ragione: ma, se si tratta di Munch, "L'arte è completa quando l' artista ha detto tutto quello che doveve dire veramente.... " così scrive di lui l'amico e pittore Christian Krohg, e tutto il resto non ha importanza.

Nessun commento:

Posta un commento