27 apr 2011

"Die Brücke"



Se ci fosse una strada, per partire o arrivare. Se “partire” fosse solo “morire”. Se nel bel mezzo del cammino ci si ritrovasse in una selva oscura. Se si soffocasse, potendo, senza respirare. Se il respiro stesso non fosse un “su” e “giù” del petto, ma solo un trattenersi, un rigonfiare, un cedere le armi. Se l'inconscio esistesse di giorno e la notte fosse per la tranquillità degli occhi che non vedono di notte. Se ci si mangiasse lo stomaco per salire troppo in alto e salendo la nausea fosse a dismisura asfissiata in gola. Se ci fosse qualcuno. Qualcuno. Almeno uno. Almeno. Per camminare insieme, per parlare insieme, per giocare insieme. Se non si fosse soli, così soli. Se non si fosse i soli a morire in questa città. Se ci fosse qualcuno, uno almeno, almeno un altro. Per avere meno paura. Per avere paura insieme.
( E. L. Kirchner )

Kirchner (1880-1938) è il rappresentante più importante della prima fase dell’espressionismo in Germania. Egli è tra i fondatori nel 1905 del gruppo Die Brücke ( Il ponte ) insieme a Karl Schmidt-Rottluff, Fritz Bleyl ed Erich Heckel. Con lui altri artisti erano mossi da una volontà di rottura con la tradizione accademica e di polemica verso la società contemporanea. Portarono alle estreme conseguenze l'ideologia romantica, affermando la priorità della coscienza soggettiva e la necessità dell' artista di liberare senza mediazioni il "grido originario" ( Ur-schrei ) in polemica con una concezione classica del fare artistico. I precedenti di questo tipo di pittura, che connota in modi nuovi l'immaginario urbano, sono le opere di Van Gogh e Gauguin, di Munch ed Ensor ed il gruppo dei fauves con le sue audacie cromatiche: uso dei colori accesi fortemente contrastanti, deformazione dell'immagine ( ora in chiave caricaturale, ora di visione interiore e psicologica ).
Nel 1910 Kirchner aderì alla Nuova Secessione di Berlino e l’anno successivo si trasferì in questa città e insieme a Pechstein fondò una scuola artistica che però non ebbe alcuna fortuna.

"Die Brücke" (in italiano "Il ponte") è la corrente più importante di tutto l'Espressionismo.
Venne fondata a Dresda il 7 giugno 1905, da parte di quattro studenti di architettura alla Technische Hochschule: Ernst-Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Karl Schmidt-Rottluff e Fritz Bleyl. Quasi subito se ne distaccò Bleyl, mentre nel 1906 si unirono agli altri anche Max Pechstein e Emil Nolde.

In occasione della fondazione Kirchner realizzò una xilografia che doveva servire da manifesto programmatico. In essa appariva la denominazione Künstlergemeinschaft "Die Brücke", letteralmente Comunità di artisti "Il ponte". "Die Brücke" si proponeva, quindi, come comunità di lavoro e di programma.
Dal programma emerge l'intento di contribuire al rinnovamento spirituale dell'arte, in contrasto sia con la visione accademica, che con quella impressionista e secessionista.
Alla base di questo progetto vi era una comunanza di esperienze e una concezione condivisa dei rapporti sociali, dell'arte e del ruolo dell'artista. Gli aspetti salienti erano:

la critica del potere e dell'autoritarismo guglielmino,
l'avversione nei confronti del perbenismo e dello squallore piccolo-borghese,
il senso di disagio nei confronti della vita urbana,
la nostalgia per una vita più pura e genuina,
l'esigenza di un rinnovamento dei rapporti sociali,
il proposito di stabilire un ponte (Die Brücke) tra le persone,
l'esigenza di un'arte libera e fusa con la vita,
la scoperta della scultura primitiva e oceanica,
la riscoperta della scultura tedesca medievale e rinascimentale.
Sul piano artistico gli artisti della "Brücke" presero le distanze in modo netto dalle correnti oggettive del tempo, che miravano alla raffigurazione del mondo nella sua apparenza reale o nei suoi contenuti simbolici.
Il loro interesse si concentrò sull'esigenza di dare voce al "mondo interiore", rappresentare in forma pittorica la realtà inafferrabile dell'emozione. L'obiettivo era di tale portata da subordinarvi anche la forma, differenziandosi in ciò dai cugini Fauves francesi, più soggiogati all'armonia della composizione.
Dopo la "Brücke", l'espressione dell'emozione divenne il generico trait-d'union di tutte le esperienze riunite sotto la definizione di "Espressionismo". In questo ambito alcuni attributi caratterizzarono gli artisti della "Brücke" dalla moltitudine dei compagni di strada espressionisti:

il desiderio di esprimere la falsità della lusinga modernista,
l'ambiguità della civiltà urbana, vero misto di progresso, senso di solitudine e minaccia,
il rimpianto, un po' nostalgico, della natura e l'impossibilità dell'uomo a fondersi con essa,

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